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lunedì 17 marzo 2014

Relazione sulla struttura industriale dell’UE 2013

La “Relazione sulla struttura industriale dell’Ue 2013: competere nella catena globale di generazione del valore" indica che vi sono segnali di parziale ripresa, anche se molti settori non sono ancora tornati ai livelli di sviluppo precedenti alla crisi. Il settore manifatturiero è stato colpito dalla crisi più severamente di quello dei servizi: in proporzione al risultato economico globale, la produzione manifatturiera è significativamente calata; vi sono però significative differenze tra settori. Ad esempio, il farmaceutico è in costante crescita dall’inizio della crisi finanziaria, mentre le industrie manifatturiere ad alta tecnologia in generale non hanno subito lo stesso impatto negativo di altri settori. In parallelo sono in crescita le interconnessioni tra manifatturiero e terziario, giacché i prodotti diventano sempre più sofisticati e includono una quota di servizi sempre maggiore.

Insieme, i paesi dell’Ue sono all’origine di una proporzione significativa del totale mondiale di flussi d'investimenti esteri diretti (circa il 22 % degli afflussi e il 30 % dei deflussi), ma afflussi e deflussi sono stati duramente colpiti dalla crisi. Il fatto che i deflussi interni all’Ue siano calati più drasticamente di quelli del resto del mondo indica che le imprese dell’Ue hanno un’attitudine più positiva riguardo alle opportunità esterne rispetto a quella che hanno riguardo alle opportunità disponibili all’interno dell’Ue.

L’Ue resta comunque leader in termini di scambi a livello mondiale, vantando un vantaggio comparativo in due terzi delle esportazioni. Deve tuttavia sfruttare i propri punti di forza per contribuire a invertire la tendenza che vede il calo della quota dell’industria manifatturiera sul reddito nazionale, confermando la necessità di agevolare l’internazionalizzazione e l’integrazione delle imprese all’interno di catene globali del valore.

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